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Fontana dei Putti o del Biscione

Il Parco di Villa Sciarra, situato tra Trastevere e il Gianicolo, è un affascinante giardino pubblico che offre un’atmosfera tranquilla e romantica.
Un tempo proprietà privata, oggi è aperto al pubblico e si distingue per le sue statue e fontane barocche del XVIII secolo.
È un luogo ideale per passeggiate all’ombra.
Al numero 47 di via Dandolo si trova l’ingresso di un antico santuario siriaco.

Un parco di piante esotiche e opere barocche

Il parco si estende sulle pendici del Gianicolo, tra i muri Gianicolensi, via Calandrelli e via Dandolo, su poco meno di un ettaro. Conserva una grande varietà di piante mediterranee ed esotiche, tra cui palme, ginko biloba e cedri. Numerose sculture particolari arricchiscono il parco, con un insieme di statue e fontane del XVIII secolo provenienti dal Palazzo Visconti di Brignano d’Adda in Lombardia.

Opere, sculture e fontane del parco

Le opere scultoree del parco di Villa Sciarra seguono una tematica silvestre legata alla rappresentazione del dio Pan, con siepi scolpite a forma di oggetti e animali.
Tra le opere più notevoli: la voliera in ferro che un tempo ospitava i pavoni; un piccolo tempio circolare; la Fontana dei Satiri (dove si riconosce il Biscione, simbolo dei Visconti con il serpente che ingoia un uomo); la Fontana di Diana ed Endimione con un gruppo scultoreo; la Fontana del Belvedere; l’Esedra Arborea, con nicchie nella siepe che ospitano statue in stile fantastico rappresentanti i dodici mesi dell’anno; il Lago delle Tartarughe, dove vivono tartarughe; la Fontana delle Lumache; e sull’esplanade di fronte al casino, la Fontana delle Sfingi, che rappresenta i quattro peccati capitali (ira, avarizia, lussuria e gola) e la Fontana dei Putti dove è scolpito il Biscione dei Visconti.

Casino Barberini

Il Casino Barberini è l’edificio principale, oggi sede dell’Istituto Italiano di Studi Germanici, edificio del XVII secolo, ampiamente rimaneggiato all’inizio del XX secolo. In facciata, i tre archi chiusi un tempo erano aperti sul portico, che dava su un cortile ora trasformato in biblioteca. La terrazza è sovrastata da una torre panoramica e cinque sculture, tra cui i quattro continenti.
Dietro il palazzo, la Montagnola ospita, in un recinto di allori, una piccola fontana e un sedile semicircolare in marmo.

Il santuario siriaco

Un santuario dedicato alle divinità siriache venne scoperto nel 1906 durante alcuni lavori. Iscrizioni testimoniano la sua esistenza dal I secolo d.C. e la ricostruzione del tempio da parte di Marcus Antonius Gaionas, un ricco mercante siriano del IV secolo d.C.

Era composto da tre parti: due complessi di stanze separati da un grande cortile centrale dove si trovava l’ingresso principale sul lato sud.

Nell’edificio a ovest si trovava probabilmente, in una nicchia dell’abside, la statua principale, rinvenuta nel cortile, che rappresenta Hadad (Giove) su un trono, la divinità maggiore della triade di Eliopoli. Altre due nicchie avrebbero ospitato le altre divinità orientali: Atargatis (la Siria per i romani) e Simios (equivalente a Mercurio).

Nella parte orientale, dopo una sala pentagonale, c’è una sala ottagonale con un’abside dove fu trovata una statuetta in bronzo alta 50 cm che rappresenta un uomo avvolto da una coda di serpente, forse Adone, il dio che muore e rinasce, simbolo del rinnovamento della vita come il succedersi delle stagioni.

Storia del luogo

In epoca antica, l’area del parco faceva parte del bosco sacro alla dea Furrina, dove Caio Gracco, tribuno sostenuto dalla plebe, fu trovato morto nel 121 a.C. mentre fuggiva da un decreto che autorizzava il suo assassinio. Questa zona divenne poi gli Horti Caesaris, giardini dove Giulio Cesare avrebbe ospitato Cleopatra.

Nel XV secolo vennero creati un vigneto e un edificio appartenenti alla chiesa di Santa Maria ad Martyres. La proprietà passò successivamente a Monsignor Malvasia, poi ad Antonio Barberini nel 1653, che ristrutturò il complesso. Nel XVIII secolo, Cornelia Barberini e Giulio Cesare Colonna di Sciarra ne ereditarono la proprietà, e il parco si estese nel XIX secolo fino alle mura Aureliane. Nel 1849 fu teatro degli scontri tra le truppe di Garibaldi e quelle del generale francese Oudinot.

Dismessa nel 1889, la villa fu parzialmente acquistata nel 1902 da George Wurts e Henrietta Tower, che rinnovarono il palazzo in stile neorinascimentale e ridisegnarono i giardini con piante esotiche e statue provenienti dal Castello dei Visconti di Brignano in Lombardia, ormai in rovina. Dopo la morte di Wurts, sua moglie donò la villa allo Stato italiano, che la trasformò in un parco pubblico. Oggi, l’edificio ospita l’Istituto Italiano di Studi Germanici.

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Indirizzo : V.le delle Mura Gianicolensi, 11, 00153 Roma
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Informazioni

Villa Sciarra
Viale delle Mura Gianicolensi, 11, 00153 Roma

Orari di Villa Sciarra

  • Aperta dall’alba al tramonto

Fonti e link per ulteriori informazioni:

Santuario siro
Via Dandolo, 47, 00153 Roma

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