Suburra, o Subura, indicava un vasto quartiere popolare dell’antica Roma, che si estendeva dalle pendici delle colline del Quirinale e del Viminale fino ai pressi dell’Esquilino. Oggi corrisponde a una parte del quartiere contemporaneo di Monti.

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Arco dei Pantani e muro della Suburra

La Suburra nell’antichità

Il quartiere della Suburra occupava le pendici a nord della vasta area monumentale dei Fori Imperiali, da cui era separato da un imponente muro. Questo muro, destinato a proteggere i fori dai frequenti incendi che scoppiavano in questa zona densamente popolata, rappresenta l’unica testimonianza monumentale superstite del quartiere.

La Suburra godeva di una reputazione controversa (simile a quella di Trastevere e del Velabro), spesso considerata un basso fondale sordido e pericoloso, rifugio di briganti e schiavi fuggitivi. La parte bassa del quartiere, pur essendo vicina alle aree monumentali, era la più povera. Qui si trovavano edifici collettivi, le insulae, a più piani, spesso troppo alti e mal costruiti, soggetti a crolli o incendi. Resti di questi edifici sono visibili, in particolare sotto il convento di San Martino ai Monti.
Il quartiere era anche noto per i bordelli, i lupanari, dove la prostituzione era economica. Le numerose cauponae (bar) e popinae (taverne malfamate) offrivano servizi vari: ristorazione, giochi d’azzardo e camere in affitto con prostitute.
Non sorprende quindi che il termine “Suburra” sia associato nel linguaggio comune alla depravazione e ai luoghi malfamati.
Tuttavia, nella parte alta del quartiere si trovavano case appartenenti a senatori e cavalieri. Resti di tali residenze sono conservati sotto le attuali chiese di San Pietro in Vincoli e Santa Pudenziana.

Ad esempio, Giulio Cesare nacque in una domus di questo quartiere, mentre il poeta Marziale vi abitò al suo arrivo a Roma nel 64 d.C.
Con la sua vivacità e vita tumultuosa, la Suburra ispirò anche poeti e scrittori come Orazio e Giovenale.

Evoluzione della Suburra

Dopo l’Impero, sulle rovine della Suburra e dei Fori, vennero costruite case e torri da famiglie aristocratiche fin dal Medioevo. Alcune, come la Torre dei Conti e la Torre del Grillo, sono ancora in piedi.

Il tessuto urbano fu profondamente modificato dall’apertura della via Cavour e della via degli Annibaldi alla fine del XIX secolo. Inoltre, il quartiere rinascimentale situato nei fori fu distrutto negli anni ’30 per fare spazio alla via dell’Impero, oggi la Via dei Fori Imperiali.

Via dell’Argileto

La via dell’Argileto era una delle arterie più animate della Suburra, che conduceva al Foro Romano attraversando l’intero quartiere. Oggi corrisponde a via Leonina e via della Madonna dei Monti, prima di dividersi tra il vicus Patricius (l’attuale via Urbana), che portava alla porta del Viminale e alle mura repubblicane, e il clivus Suburanus (l’attuale via Selci), che conduceva alla porta dell’Esquilino.

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Muro della Suburra

Muro della Suburra e Arco dei Pantani

Il muro della Suburra, costruito con blocchi di pietra di Gabii (un tipo di peperino), raggiunge un’altezza di 33 metri. Questi blocchi erano assemblati senza malta, con incastri di quercia. Il muro è in piedi da oltre 2000 anni.
Serviva a separare le zone monumentali da quelle residenziali, proteggendo le prime dagli incendi. Belle porzioni del muro sono ancora visibili, come quella che costituiva anche la parete di fondo del Tempio di Marte Ultore. Si conserva inoltre un accesso in blocchi di travertino noto come Arco dei Pantani, così chiamato dal Medioevo.

Portico di Livia

Il portico di Livia, unico monumento della Suburra, si trovava alla periferia del quartiere, sulla collina dell’Esquilino. Costruito tra il 15 e il 7 a.C. dall’imperatore Augusto in onore della sua seconda moglie Livia, occupava il sito di una casa lasciata in eredità da Vedius Pollione. Più tardi, su questo sito vennero edificati i Terme di Traiano. Al centro del portico, un piccolo tempio ospitava le statue di Augusto e Livia, simbolo di concordia tra Stato e Famiglia, e tra coniugi.

Informazioni

Arco dei Pantani
Via Tor de’ Conti, 00184 Roma

Fonti e link