La Piazza della Minerva deve il suo nome all’antico Tempio di Minerva che sorgeva in questa zona all’epoca dell’impero romano.
Situata a pochi passi dal Pantheon, si distingue soprattutto per il monumento eretto al centro dal 1667, un elefante scolpito dal Bernini che porta sul dorso un obelisco egizio. Si trova di fronte alla basilica di Santa Maria sopra Minerva, caratterizzata dal suo maestoso interno gotico.
Il Tempio di Minerva si trovava nel complesso antico della Saepta Julia, risalente all’epoca di Domiziano.
Secondo i frammenti della pianta della città in marmo dell’epoca dei Severi, era un edificio circolare, circondato da una fila di colonne, posto su una base quadrata con gradini. La sua posizione corrisponderebbe a quella della chiesa di Santa Marta, presso Piazza del Collegio Romano.
Edifici di Piazza della Minerva
La chiesa di Santa Maria sopra Minerva esisteva, secondo la tradizione, già nell’VIII secolo, concessa dal papa Zaccaria (741-752) alle monache basiliane di Costantinopoli. Nel 1280, la chiesa, ceduta ai dominicani, fu ampliata. Nel XV secolo, una nuova costruzione le diede l’aspetto generale attuale, successivamente molto rimaneggiato, anche nel XIX secolo.
Sulla facciata si trovano pietre incise che indicano i livelli raggiunti dal Tevere durante le inondazioni (nel XV, XVI e XIX secolo).
L’elefante del Bernini e l’obelisco
Al centro della piazza, il piccolo Obelisco della Minerva, in granito rosso, alto 5,47 metri, risale al faraone Aprie (589-570 a.C.), i cui geroglifici riportano il nome e menzionano anche le divinità Atum e Neith (Neith corrisponde alla Minerva greco-romana). Fu installato dai romani nel Tempio di Iside (Iseo Campense) e ritrovato dai Domenicani nel 1665 nel giardino del monastero della chiesa.
Fu il Bernini (Gian Lorenzo Bernini) a disegnare l’elefante che porta l’obelisco, scolpito da Ercole Ferrata, e inaugurato l’11 luglio 1667. Era soprannominato “porcino”, prima di essere chiamato “pulcino”. L’epigrafe dettata da Alessandro VII è molto chiara sul significato dell’opera: “Serve uno spirito robusto per sostenere una solida intelligenza”.
La statua dell’elefante del Bernini simboleggia la saggezza e la forza, che sostengono l’antico obelisco egizio che rappresenta la conoscenza divina.
È un’associazione unica di barocco e antichità, dove il pachiderma in marmo, soprannominato “Pulcino della Minerva”, presenta un aspetto un po’ esagerato con la sua enorme testa e le zampe piccole. È rappresentato con dettagli sottili e realistici, come pieghe della pelle, zanne ricurve, o la coda che passa sotto il ventre. La sua espressione è ampiamente umanizzata, con un’aria pacifica e un po’ maliziosa, mentre sostiene il peso della saggezza.
I palazzi che si affacciano sulla piazza
Alla sinistra della piazza guardando verso la chiesa si erge il Palazzo della Minerva, l’ex convento domenicano, costruito nella seconda metà del XVI secolo per Vincenzo Giustiniani. Con la chiesa, costituì il bastione dei domenicani. A causa del loro zelo contro gli eretici, i religiosi erano chiamati “Domini canes” (Cani del Signore in italiano).
Il palazzo fu ampliato a metà del XVII secolo e il complesso divenne sede della Congregazione del Sant’Uffizio. Qui Galileo fu processato nel 1633 e condannato ad abiurare la dottrina eliocentrica.
Nel XIX secolo, Pio IX vi istituì il Collegio Pontificio Americano. Divenne proprietà dello Stato dopo il 1870 e vi fu insediato il Ministero dell’Istruzione, della Ricerca e delle Poste.
Oggi ospita uffici per i deputati.
Di fronte alla chiesa, il Palazzo Severoli risale all’inizio del XVI secolo, costruito per Mario Petruschi, conservatore al Campidoglio. Papa Clemente XI lo acquistò nel 1706 per farne la sede dell’Accademia dei Nobili Ecclesiastici, una scuola per i figli di nobili destinati a carriere ecclesiastiche. Questa accademia si è evoluta formando oggi i diplomatici della Santa Sede.
Alla destra guardando la chiesa, il Palazzo Fonseca del XVII secolo prende il nome dai suoi primi proprietari, arrivati a Roma dal Portogallo nel XV secolo. La famiglia Conti lo acquistò nel XIX secolo per trasformarlo in un albergo, l’Hotel Minerva, ancora in attività. Ha ospitato illustri personalità come Stendhal o Cavour.
Galleria
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Indirizzo : Piazza della Minerva, 00186 RomaIf you see this after your page is loaded completely, leafletJS files are missing.
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