Centrale Montemartini

Centrale Montemartini

La Centrale Montemartini, situata in via Ostiense, è la sede più recente dei musei comunali di Roma.
Da un lato, ospita circa 400 statue provenienti dalle collezioni dei Musei Capitolini, ma è anche una vecchia centrale termoelettrica di interesse industriale storico.
Quindi, questo luogo presenta l’intreccio di immagini di archeologia classica e archeologia industriale, con i macchinari della fabbrica come sfondo per le sculture.

Storia della centrale

La centrale termoelettrica fu inaugurata nel giugno del 1912, come primo centro di produzione di elettricità pubblica del “Azienda Elettrica Municipale” (oggi ACEA), il cui nome deriva da Giovanni Montemartini, il capo tecnico.

L’area del luogo al di fuori delle mura e del quartiere Testaccio, si trova in un vecchio sito riservato allo sviluppo industriale della città, dove si poteva sfruttare l prossimità del Tevere, la ferrovia, e all’asse stradale Ostiense.
Furono installati nel 1910, i mercati generali e la fabbrica di gas (che fino ad allora fu prodotta in un’officina sul Circo Massimo, scavato in poi), officine e artigiani.

Motore diesel (1933)

Dopo mezzo secolo di attività, la fabbrica divenne obsoleta e la sua produzione cessò nel 1963. Seguirono due decenni di declino degli edifici, la rimozione delle macchine, fino al restauro del complesso da parte dell’ACEA, tra cui la sala macchine e la sala caldaie, il ritorno di macchine come una turbina a vapore del 1917 e grandi motori diesel. Lo scopo del restauro fu di dedicare questo spazio alla gestione e ai servizi culturali.

Nel 1995, durante i lavori di ristrutturazione del palazzo dei conservatori nei musei Capitolini, poi chiusi al pubblico, alcune sculture furono temporaneamente esposte nella centrale di Montemartini. Nel 2005, dopo la fine dei lavori di ristrutturazione, molte sculture rimasero nello stabilimento, che divenne un museo permanente.

Fanciulla seduta

Collezioni

La maggior parte delle opere proviene da scoperte relativamente recenti, durante scavi effettuati dopo l’Unità d’Italia, in particolare nei antichi Horti romani.
La mostra è divisa in tre temi principali:

• Roma repubblicana (sculture religiose e funebri, introduzione del lusso nella sfera privata, ritratti), nella “Sala Colonne”.
• Il centro monumentale di Roma (regione del Circo Flaminio, del tempio di Apollo Sosiano, il Campidoglio, l’area sacra di Largo Argentina, il teatro di Pompeo), nella “Sala Macchine”.
• I giardini, le residenze imperiali e le domus (horti del’Esquilino, horti Sallustiani, horti Spei veteris a Porta Maggiore, mosaico di Santa Bibiana), nella “Sala Caldaie”.

Tra le statue ci sono due copie romane del Pothos di Skopas (scolpite nell’età Adriana, da originale greco del IV a.C.)

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