Tempio rotondo di Ercole Vincitore

Il Tempio rotondo di Ercole Vincitore, chiamato anche Tempio di Ercole Olivario, risale alla seconda metà del II secolo a.C. Si tratta del più antico tempio in marmo conservato a Roma.
Costruito probabilmente dall’architetto greco, Ermodoro di Salamina, è quasi interamente in marmo proveniente dalla Grecia. Il suo piano è circolare e misura sedici metri di diametro. Poggia su una piattaforma circolare di gradini costruita in tufo ricoperto di marmo (di cui resta solo la parte centrale), con la cella dove si trova la statua del Dio, circondata da venti colonne corinzie (il periptero).
Una struttura simile esisteva nelle vicinanze, con l’altare di Ercole immacolato, costruito prima nel 142 a.C., e distrutto nel XV secolo.

Tempio di Ercole Victor, e sullo sfondo il Tempio di Portunus

Questa architettura si ispira chiaramente ai modelli greci, in particolare ai tholos del IV secolo a.C.
Sulla costruzione è scritto che fu offerto da un potente mercante di olio, Marcus Octavius.
La parte superiore, con l’inquadratura e il soffitto a cassettoni, è quasi del tutto scomparsa.

Una parte dell’edificio fu ricostruita all’inizio del I secolo d.C., con capitelli leggermente diversi dai precedenti.
Fu erroneamente riconosciuto come tempio dedicato a Vesta per la sua somiglianza con l’omonimo tempio situato sul Foro romano, in seguito è stato attribuito al culto di Ercole Vincitore, semidei protettore dei mercanti.

Fu trasformato in chiesa nel XII secolo (Santo Stefano delle Carrozze), poi dedicato a Santa Maria del Sole nel XVII secolo, dopo che un’immagine della Vergine con raggi luminosi fu ritrovata nelle vicinanze nel Tevere. Le pareti interne sono affrescate nel XV secolo.

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