La fontana è il capolinea dell’Acqua Vergine, l’acquedotto costruito da Agrippa, generale e amico di Augusto, per fornire le sue terme adiacenti al Pantheon, inaugurato nel 19 a.C. Queste terme furono le prime aperte al pubblico.
Plinio il Vecchio ci raccontò una leggenda sul nome dell’acquedotto che viene da una bambina che indicò ai soldati di Agrippa assetati la posizione della sorgente d’acqua (in Salone vicino all’ottavo miglio di Via Collatina). Questa leggenda è stata scolpita in alto a destra nella parte centrale della fontana nel 1762 da Andrea Bergondi.
L’acquedotto fu gravemente danneggiato dai Goti nel 537 che distrussero anche gli altri acquedotti. Fu restaurato per la prima volta nel 790, poi nel 1453 su richiesta di Nicola V (1447-1455). In questa occasione fu installata una nuova fontana nel quartiere “Trejo”, che in seguito sarebbe diventato quello di “Trevi”, attribuita a Leon Battista Alberti e Bernardo Rossellini. Era in posizione perpendicolare a quella attuale, con tre bocche e un grande bacino che sostituiva le tre precedenti. Il muro su cui era appoggiato portava lo stemma di Nicola V e di Roma.
La fontana era importante per la città che si era abituata ad avere acqua di sorgente dopo aver usato l’acqua del Tevere per secoli.
Sarebbe stata restaurata nel 1563 da Giacomo Della Porta.
Nel 1570, fu deciso di costruire 18 fontane pubbliche alimentate con acqua dell’Acqua Vergine, in diversi posti della città come in questi luoghi: salita di San Sebastianello, Piazza di Spagna, Piazza del Popolo, Piazza Navona , Piazza Rotonda, Piazza San Marco, Campo dei Fiori.
Il progetto fu affidato a Giacomo Della Porta e la prima fontana costruita fu quella di Piazza del Popolo nel 1572.
Nel 1640, sotto il pontificato di Urbano VIII Barberini (1623-1644), Gian Lorenzo Bernini fu invitato a progettare una nuova fontana e una nuova piazza, vicino al Palazzo della Famiglia, il Palazzo Barberini, in corso di completamento. I progetti iniziali presentati da Bernini non furono realizzati perché forse troppo costosi.
Comunque, la piazza è stata riqualificata, notevolmente ampliata e l’orientamento della fontana è stato modificato. In precedenza, era esposta verso Piazza dei Crociferi.
Bernini costruì tuttavia due bacini concentrici semicircolari, contro una parete concava dove dovevano essere installate statue. Accanto alla fontana c’era un grande lavatoio che fu spostato in Piazza del Lavatore.
I lavori furono interrotti a causa delle spese di guerra sostenute dal papato contro la famiglia Farnese (Ducato di Parma e Piacenza) nella guerra di Castro.
Quindi, nel 1644, con il processo contro i Barberini e il nuovo pontefice Innocenzo X Pamphilj, il progetto di Bernini cadde nell’oblio. Quest’ultimo, caduto in disgrazia, fu responsabile dell’estensione dell’acquedotto a Piazza Navona dove una monumentale scultura doveva essere costruita di fronte al palazzo Palazzo Pamphilj da Francesco Borromini.
Il progetto rimase in sospeso per quasi 60 anni, fino a quando Clemente XI rimise la questione sul tappeto. Tuttavia, sia il progetto di Carlo Fontana (un obelisco su un gruppo di rocce, sul modello della Fontana dei Quattro Fiumi), sia quello di Bernardo Castelli (una colonna su una base di roccia, con una rampa a spirale), non hanno avuto successo.
All’inizio del XVIII secolo, la fontana di Trevi divenne un tema obbligatorio per molti architetti che risiedevano o passavano per Roma, e l’Accademia di San Luca (oggi l’Accademia delle Belle Arti di Roma) organizzò numerosi concorsi. Molti architetti italiani e stranieri hanno realizzato schizzi e progetti.
Nel 1726 fu restaurato nuovamente l’acquedotto dell’Aqua Vergine. Una pietra sulla fontana dell’Aqua Paola del Gianicolo vi si riferisce.
Dal 1728 fu ricostruito il Palazzo Poli, addossato alla fontana.
Una statua della Vergine con Bambino destinata alla fontana è stata commissionata da Papa Benedetto XIII Orsini a Paolo Benaglia. Non verrà installato perché non piaceva al suo successore Clemente XII.
Fu Clemente XII Corsini nel 1731 a guidare di nuovo il progetto, organizzando un concorso per produrre una grande opera acquatica.
Ci hanno contribuito artisti come Luigi Vanvitelli, Ferdinando Fuga, Nicola Salvi, Pietro Bracci, Giovan Battista Maini, Alessandro Galilei.
Un certo numero di progetti che hanno tentato di preservare la facciata di Palazzo Poli sono stati eliminati, con grande disappunto dei Duchi di Poli, che vedrebbero ridotta la facciata del loro palazzo.
Il contratto fu vinto da Nicola Salvi nel settembre 1732, in parte perché era più economico degli altri.
Leggere il seguito con la costruzione dell’attuale fontana di Trevi
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