La graziosa Fontana delle Tartarughe si trova nella piccola Piazza Mattei, che un tempo faceva parte del complesso di edifici appartenenti alla famiglia Mattei, nel quartiere attualmente noto come il ghetto.
Una storia legata all’Acqua Felice
Questo notevole monumento è collegato a un progetto del 1570 per costruire 18 nuove fontane progettate da Giacomo Della Porta. Esse erano alimentate dal recente restauro dell’acquedotto dell’Acqua Vergine, dotato di nuove diramazioni. Tuttavia, Piazza Mattei non faceva parte di questo piano iniziale fino al 1581, quando, forse grazie all’intervento di Muzio Mattei, un progetto specifico fu assegnato a questa piazza. Si ipotizza che gli sia stato chiesto un contributo finanziario e la pavimentazione della piazza.
Più elaborata rispetto alle altre fontane del progetto, la sua costruzione si estese dal 1581 al 1588 sotto la direzione dell’architetto fiorentino Taddeo Landini, a partire da un disegno di Giacomo Della Porta.
Una leggenda popolare racconta che il duca Mattei, la cui casa si affaccia sulla piazza, per convincere il padre della ragazza che voleva sposare, fece costruire la fontana in una sola notte. Tuttavia, da un lato una tale velocità di realizzazione è alquanto improbabile, e dall’altro l’evento ebbe luogo 30 anni dopo la realizzazione della fontana.
Un’opera unica
La fontana, così come la conosciamo oggi, è un’opera notevole. I suoi quattro efebi, realizzati da Landini, sono in bronzo, mentre nel progetto iniziale dovevano essere in marmo. Ognuno di essi ha un piede appoggiato sulla testa di un delfino, posto su una grande conchiglia in marmo africano, dalla cui bocca sgorga l’acqua. Originariamente, gli efebi dovevano spingere altri delfini verso la vasca superiore, ma a causa della pressione dell’acqua insufficiente, questi delfini furono infine utilizzati per ornare la Fontana della Terrina in Piazza Campo de’ Fiori, prima di essere spostati davanti alla Chiesa Nuova.
Oggi si vedono gli efebi che sembrano spingere o aiutare con una mano verso la vasca superiore le tartarughe che si aggrappano al bordo. Queste furono aggiunte nel 1658 da Gianlorenzo Bernini (o forse da Andrea Sacchi), durante il restauro voluto da papa Alessandro VII, come menzionato nell’iscrizione incisa, per colmare un vuoto inspiegabile tra le mani e la vasca.
Queste tartarughe sono state “salvate” più volte, ma sono sempre state ritrovate, come nel 1906, nel 1944 e nel 1979. Alla fine, copie le hanno sostituite, mentre gli originali sono ora conservati nei Musei Capitolini.
Vedute antiche nel arte
Cartina ed indirizzo
Indirizzo : Piazza Mattei, 00186 Roma RM, ItalieIf you see this after your page is loaded completely, leafletJS files are missing.
Informazioni
Fontana delle Tartarughe Piazza Mattei, 00186 Roma |
Fonti e collegamenti
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