L’interno della basilica, lungo 130 metri, conserva le proporzioni dell’edificio originale del IV secolo d.C. Il suo arredamento è tuttavia molto diverso dall’originale, ereditato in particolare dagli importanti lavori eseguiti da Borromini tra il 1646 e il 1649.
Facciata ed esterno
La facciata principale di Galilei del XVIII secolo presenta un unico ordine, con colonne e semicolonne corinzie, un timpano centrale e una balaustra coronata da quindici statue colossali che rappresentano Cristo, i Santi Giovanni Battista, l’evangelista e i dottori della Chiesa. Sul cornicione, una lunga iscrizione ricorda l’erezione della facciata commissionata da Clemente XII.
Un mosaico del timpano raffigurante Gesù proviene dalla basilica paleocristiana.
Sotto il portico, rilievi in marmo evocano la vita del Battista. Una statua di Costantino del IV secolo proviene dalle terme del Quirinale. Il portale centrale ha una bella porta antica della Curia del Foro Romano. L’ultima porta a destra è la porta santa.
La facciata del transetto settentrionale è incoronata tra due campanili medievali del tempo di Pio IV. Il portico con la loggia che la precede fu realizzato da Domenico Fontana. Sui soffitti di questi, affreschi di angeli e santi risalgono a Sisto V. In una nicchia chiusa da un portale, vi è una statua in bronzo di Enrico IV di Francia.
Come l’antico edificio, la basilica ha cinque navate. Gli splendidi interni provengono dalla ristrutturazione progettata da Borromini nel XVII secolo.
La navata centrale ha conservato il soffitto a cassettoni del XVI secolo.
Le 12 nicchie inserite nei pilastri ospitano le statue degli apostoli. Sono incorniciati dalle loro colonne di marmi, con un timpano decorato dalla colomba dei Pamphilj.
Tra le finestre dei dischi dipinti rappresentano i profeti. Il pavimento cosmatesco è quello della basilica medievale.
In fondo alla navata, all’incrocio, il magnifico ciborio gotico realizzato dal toscano Giovanni di Stefano nel 1367, ospita l’altare papale.
Sotto, un reliquiario chiuso da una griglia d’oro conterrebbe i teschi di San Paolo e di San Pietro. Di fronte, l’altare fu ricostruito da Pio IX, con la tomba di Papa Martino V (1443, di Simone Ghini). Sul cornicione esterno tra la cella delle reliquie e l’altare degli affreschi raffigurano Santi, la crocifissione, il buon pastore, la Madonna col Bambino e l’incoronazione di Maria.
Abside et coro
Papa Leone XIII fece ricostruire l’antica abside nel 1885 da Virginio e Francesco Vespignani, distruggendo quella risalente a Niccolò IV con il suo deambulatorio della fine del XIII secolo.
Lo spazio aperto accoglie il nuovo coro, riccamente decorato con affreschi, stucchi e marmi policromi.
Nell’abside il grande mosaico rappresenta alla sinistra della croce di Cristo e la colomba dello Spirito Santo: la Vergine, Niccolò IV, San Pietro e San Paolo; a destra, San Giovanni Battista, San Giovanni Evangelista e Sant’Andrea.
Di dimensioni inferiori, le figure di San Francesco d’Assisi e di Sant’Antonio da Padova furono aggiunte sotto Niccolò IV. Nel fregio ai piedi degli apostoli, ci sono anche le piccole figure degli artisti Camerino e Torriti.
Questo mosaico è una riproduzione fedele dell’originale della fine del XIII secolo (di Jacopo Torriti e Jacopo da Camerino). Questa era anche una riproduzione di una versione più antica.
La sedia papale nell’abside è una copia del XIX secolo della originale cosmatesca che si trova nel chiostro.
Transetto
Il transetto, con la sua profusione di opere, è particolarmente rappresentativo del manierismo romano della fine del XVI secolo.
Nel transetto settentrionale, l’immenso organo di Luca Biagi risale al XVI secolo. Nel transetto meridionale, l’altare del Santissimo Sacramento presenta un ciborio barocco decorato con pietre preziose. Il reliquiario della mensa dell’Ultima Cena su cui Gesù mangiò fu un’opera di Ambrogio Buonvicino e Orazio Censor. È incorniciato da quattro antiche colonne corinzie, in bronzo, del II secolo d.C.
L’affresco sopra raffigurante l’Ascensione è opera del Cavalier d’Arpino.
Borromini decorò le navate laterali con grande creatività, posizionando i antichi monumenti funerari tra le cappelle o lavorando i pilastri.
Nella navata destra, un frammento di un affresco trecentesco, attribuito da alcuni a Giotto, proviene dall’arredamento dell’antica Loggia delle Benedizioni. Rappresenta Papa Bonifacio VIII durante l’Anno Santo 1300 (immagine a destra).
Citiamo le principali cappelle di questa navata : la cappella Massimo, la cappella Torlonia e la cappella Casati con le tombe del cardinale lombardo Conte Casati (morto a Roma nel 1288), e del suo discendente Don Agostino Casati (1739-1820), conte delle dinastie di Milano e Muggiò.
Nella navata sinistra, una copia del gisant di Riccardo degli Annibaldi fu fatta da Arnolfo di Cambio nel 1276 (l’originale è nel chiostro)
In questa navata, la cappella Corsini ospita un’antica urna di porfido dal Pantheon, con le tombe di papa Clemente XII e altri membri della sua famiglia.
Le decorazioni in stucco sono opere dello scultore Simone Martinez di Messina e di suo figlio Francesco. La Pietà in marmo di Antonio Montauti, del 1733, è l’opera più famosa dello scultore barocco.
Galleria
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