L’Abbazia delle Tre Fontane, vicino al quartiere EUR a sud di Roma, è l’unica abbazia trappista della città. Ha tre chiese principali: Santi Vincenzo e Anastasio, Santa Maria Scala Coeli e San Paolo alle Tre Fontane.
Storia
L’abbazia si trova in una valle attraversata dall’antica via Laurentina, in un luogo chiamato Aquae Salviae, che si dice sia l’associazione della presenza di fonti d’acqua (Aquae) con il nome della famiglia (Salviae) che possedeva i locali verso la fine dell’epoca romana antica.
Il monastero greco-armeno
Almeno dalla metà del VII secolo d.C., è nota l’esistenza di un monastero di rito greco-armeno, al quale l’imperatore romano dell’oriente Eraclio (610-641) aveva inviato una preziosa reliquia come offerta, il capo di Sant’Anastasio, un soldato persiano convertito al cristianesimo, che morì martire nel 628. Fu anche in quel periodo che fu fondata la chiesa dedicata alla Vergine Maria, l’attuale Santa Maria Scala Coeli.
Dopo un incendio alla fine dell’VIII secolo, il monastero e la chiesa furono restaurati. Nel medioevo, l’importanza dell’abbazia è evidenziata dai suoi possedimenti come feudi sul territorio della Maremma in Toscana, grazie a un dono di Carlo Magno.
L’abbazia cluniacense e cistercense
Alla fine dell’XI secolo, papa Gregorio VII donò l’abbazia e i suoi possedimenti ai Cluniacensi. Tuttavia, pochi decenni dopo, nel 1140, il monastero fu affidato ai Cistercensi da Innocenzo II. Poco dopo fu costruita la chiesa abbaziale dei santi Vincenzo e Anastasio e il monastero acquisì la sua attuale struttura.
Il suo primo abate cistercense divenne papa Eugenio III, attestando l’influenza acquisita da questa abbazia.
Durante i secoli seguenti, furono fondati 5 monasteri dipendenti, a Nemi, Ponza e in Sardegna. L’abbazia fu ampliata e nel 1370 vi furono trasferite le reliquie di San Vincenzo di Saragozza.
Nel 1808, l’abbazia fu saccheggiata durante l’invasione francese. Poi, i luoghi sono stati infestati dalla malaria, e il sito è stato abbandonato.
Distruttori dell’abbazia, anche i francesi furono dietro la sua risurrezione, in particolare grazie a una donazione del conte di Moumilly nel 1868. Fu poi affidata ai monaci trappisti.
Visita e descrizione
All’interno delle fortificazioni che includono l’arco di Carlo Magno si trovano gli edifici dell’abbazia e il chiostro, a sinistra dopo l’ingresso. Sulla destra si trovano le altre due chiese.
Chiesa abbaziale dei santi Vincenzo e Anastasio
La chiesa abbaziale è rimasta praticamente intatta, nella sua forma originale del XII secolo.
Dedicata all’inizio a Sant’Anastasio, le reliquie di San Vincenzo di Saragozza vi furono trasferite nel 1370.
La mano cistercense, il cui lavoro copriva completamente l’edificio originale, è riconoscibile per il suo stile solido e austero e per l’uso del mattone, comune in Lombardia. I Cistercensi e i Longobardi introdussero, forse in connessione con l’Abbazia di Chiaravalle, l’uso di volte romaniche fino ad allora quasi sconosciute a Roma (XI-XII secoli).
Le uniche decorazioni sono costituite da grandi figure degli apostoli rappresentate sui pilastri della navata.
La chiesa della decapitazione di San Paolo
La valle sarebbe stata il luogo della decapitazione di San Paolo, il 29 giugno 67 d.C. Cadendo a terra, la testa sarebbe rimbalzata tre volte e ad ogni impatto sarebbe scaturita una sorgente. Tuttavia, la tradizione aveva finora voluto che il luogo del martirio fosse lungo la Via Ostiense, dove fu sepolto e fu in seguito eretta la basilica costantiniana di San Paolo fuori le mura.
È la presenza di un antico oratorio nella valle, che evoca la decapitazione, che è all’origine della leggenda del martirio associata a questo luogo.
Nel 1599, il cardinale Pietro Aldobrandini incaricò Giacomo della Porta di ricostruire l’oratorio, seguendo un piano molto semplice con una sola navata, due cappelle laterali e tre nicchie corrispondenti alle sorgenti della leggenda (tuttavia, l’acqua non scorre più dal 1950).
All’ingresso della chiesa è stato conservato l’antico oratorio, con un antico mosaico sul pavimento.
Nella navata, il mosaico delle quattro stagioni sul pavimento, proviene da un antico mitreo di Ostia.
Santa Maria Scala Coeli
Sin dai primi secoli della nostra era, in questo luogo esisteva un oratorio dedicato alla Madonna costruito sopra una cripta. In esso, sarebbe stata sepolta il tribuno San Zenone con i suoi 10.203 soldati, messi a morte da Diocleziano dopo aver costruito le grande terme.
A sinistra della cripta, una finestra consente di vedere un altare pagano dedicato a Dia, dea romana dell’agricoltura, il cui culto è stato celebrato dai Fratelli Arvali. Da un’altra finestra a destra, possiamo vedere le tracce di un antico cimitero cristiano, considerato l’ultima prigione di San Paolo prima della sua decapitazione.
Il nome di Scala Coeli deriva da una visione del 1138 ricevuta dal fondatore dei Cistercensi, Bernardo di Chiaravalle, in cui la Madonna accolse le anime dei defunti che salirono in cielo da una scala.
Crollato alla fine del XVI secolo, l’oratorio fu completamente ricostruito sotto il cardinale Alessandro Farnese da Giacomo Della Porta, con un’elegante cappella ottagonale.
Cartina ed indirizzo
Indirizzo : Via di Acque Salvie, 1, 00142 Roma RM, ItalieIf you see this after your page is loaded completely, leafletJS files are missing.
Informazioni
Abbazia delle Tre Fontane Via di Acque Salvie, 1, 00142 Roma |
Orari (da confermare)
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Fonti e collegamenti |