La basilica di Sant’Eustachio si trova sulla piazza omonima non lontano dal Pantheon e da Piazza Navona, nel rione Sant’Eustachio.
Storia e costruzione
Una leggenda cristiana racconta che la chiesa sarebbe eretta sulla casa del centurione Placido. Quest’ultimo, andato a caccia sulle colline vicino a Tivoli, sarebbe caduto su un cervo con la faccia del Redentore in mezzo alle corna. Placido si sarebbe quindi convertito prendendo il nome di Eustachio. Più tardi, sotto Adriano, fu condannato per avere rifiutato di onorare gli dei e abbandonato ai leoni con la sua famiglia. Gli animali si sarebbero miracolosamente inchinati ed eclissati. Così Adriano li “cucinò” in un toro di bronzo, ma i loro corpi sarebbero stati trovati intatti.
La tradizione attribuisce la fondazione di un oratorio da parte dell’imperatore Costantino sulla casa di Sant’Eustachio.
Una prima chiesa risale all’era paleocristiana. Tutto indica che fu eretta nel VII secolo d.C.. Papa Celestino III fece ricostruire completamente l’edificio intorno al 1195. Il campanile romanico è una delle rare vestigia di questa chiesa medievale.
Nel Medioevo, molte confraternite caritatevoli elessero Sant’Eustachio come patrono e avevano le loro cappelle all’interno della chiesa.
Era anche un centro per aiutare i poveri.
Nel XVII e nel XVIII secolo, tutte le strutture medievali furono demolite dall’architetto Cesare Corvara per ricostruire un nuovo edificio tra il 1650 e il 1703, a cui partecipò Giovanni Battista Contini (per il portico). Tra il 1724 e il 1728 Antonio Canevari, Niccolò Salvi e Navone ripresero il lavoro.
Visita e descrizione
La facciata barocca di Corvara è composta da due ordini. Sotto, i quattro pilastri e le due colonne hanno capitelli decorati con teste di cervo.
Il timpano triangolare superiore, con un occhio incoronato circondato da rami di palma, è sormontato da una testa di cervo con una croce tra le corna. È un’opera di Paolo Morelli dell’inizio del XVIII secolo, in riferimento alla visione di Eustachio.
Una porta di ferro conduce al portico, dove sono presenti lapidi, tra cui quelle del conte Giovanni Giraud, drammaturgo e medico, e di Filippo Chiarini, poeta italiano.
L’interno a croce latina è costituito da un’unica navata con tre cappelle per lato che comunicano tra loro. Le decorazioni sono del XVIII secolo.
La più grande delle cappelle, dedicata all’Arcangelo San Michele, e prodotta da Speroni (1719), conserva sull’altare tre dipinti di Giovanni Bigatti.
L’altare maggiore in marmo e bronzo fu creato da Nicola Salvi nel 1739. L’urna di porfido conserva i resti dei corpi di Sant’Eustachio, di sua moglie e dei suoi figli.
Sopra l’altare, il baldacchino di Ferdinando Fuga del 1746 è costituito da cervi, colombe, putti e palme. La tela dell’altare di Francesco Fernandini rappresenta il martirio di Sant-Eustachio.
I dipinti nel transetto destro sono di Giacomo Zoboli (1737), con la Visitazione e San Girolamo. Il coro e la sagrestia della basilica furono realizzati da Giovanni Moscati.
L’organo risale al XVII secolo.
Sulla facciata della chiesa, all’angolo di via di S. Eustachio, una lapide ricorda un’eccezionale alluvione del Tevere dal 9 dicembre 1495.
Galleria
Cartina ed indirizzo
Indirizzo : Piazza di S. Eustachio, 82, 00186 Roma RM, ItalieIf you see this after your page is loaded completely, leafletJS files are missing.
Informazioni
Basilica di Sant’Eustachio Piazza di S. Eustachio, 00186 Roma |
Orari Tutti i giorni: 8.00 – 13.00 / 16.00 – 19.00 |
Fonti e collegamenti |