La basilica di Santa Sabina all’Aventino è forse la più bella delle chiese paleocristiane di Roma che è sopravvissuta.
Fu costruita da Pietro d’Illiria, sacerdote della Dalmazia, dal 422 al 432, vicino a un antico tempio di Giunone e sul sito della leggendaria casa della romana Sabina.
Costruita nel V secolo e dedicato a Santa Sabina all’Aventino, è la sede della Curia dell’Ordine dei Frati Predicatori (dominicani).
L’edificio fu restaurato diverse volte, sfigurato nel XVI secolo dalle chiusura di venti finestre. I restauri dell’inizio del XX secolo gli hanno restituito il suo splendore. L’interno è grazioso, ben proporzionato.
Storia della chiesa
La chiesa fu costruita dal sacerdote Pietro d’Illyria tra il 422 e il 432, al posto della casa della matrona romana Sabina, che in seguito divenne santa.
Come si può vedere da alcune iscrizioni trovate vicino alla basilica c’era li il tempio di Giunone Regina, di cui 24 colonne furono utilizzate per la costruzione della chiesa.
Nel IX secolo, la chiesa fu incorporata nei bastioni imperiali e l’interno cambiò radicalmente durante i restauri di Domenico Fontana nel 1587, di Francesco Borromini nel 1643, ecc.
Quelli di Antonio Muñoz, realizzati nella prima metà del XX secolo, restituirono la struttura originale. Il campanile risale al X secolo.
Nel 1219, la chiesa fu affidata da Papa Onorio III all’Ordine dei Fratelli Predicatori, che in seguito ne fecero il loro quartier generale.
San Domenico avrebbe piantato un’arancia nel chiostro, proveniente dalla Spagna, sua terra natale. Si dice che sia miracoloso. È visibile attraverso un buco nel muro della chiesa.
Il Lapis Diaboli, o “pietra del diavolo”, è una pietra rotonda nera posta su una colonna a spirale a sinistra dell’ingresso. Si dice che fu lanciata dal diavolo contro Domenico mentre stava pregando su una lastra di marmo che copriva le ossa di martiri, spezzandola in pezzi. Questa lastra, effettivamente rotta dall’architetto Domenico Fontana durante il restauro del 1527, fu ricostruita ed è ora visibile al centro del coro.
Nel 1287, un conclave fu tenuto lì per eleggere un successore ad Onorio IV. Ma Roma fu colpita da una grave epidemia di malaria e sei cardinali morirono durante il conclave. Tutti gli altri fuggirono, tranne uno, Girolamo Masci, che al suo ritorno dal conclave fu eletto Papa Nicola IV il 22 febbraio 1288.
Visita della chiesa
La chiesa non ha facciata, essendo integrata nel nartece, in uno dei quattro bracci del antico portico che si trova attualmente nel monastero domenicano.
Le pareti lisce e soprattutto le grandi finestre (nella parte superiore della navata), caratterizzano le prime costruzioni cristiane. L’arte per realizzare finestre di queste dimensioni si è perso nei secoli successivi alla caduta dell’impero.
La vecchia torre fu sostituita da un campanile barocco.
L’interno è costituito da tre navate separate da colonne antiche della tarda epoca dell’impero e da un’abside semicircolare. Dalle modifiche barocche rimangono solo due cappelle laterali a cupola quadrangolare: Santo Giacinto (a destra) e Caterina da Siena (a sinistra).
Il soffitto a cassettoni risale al 1938. Nel passato era coperto di mosaici.
Al centro della navata si trova la tomba di Fra ‘Munio di Zamora, del 1300 e decorata con mosaici.
L’affresco di Taddeo Zuccari nell’abside raffigura Gesù, gli apostoli e i santi sepolti nella basilica (dal 1560).
La decorazione originale della chiesa, del V secolo, era probabilmente composta da grandi mosaici. Sono rimaste solo alcune porzioni sparse.
Sull’arco trionfale, ci sono quindici medaglioni del 1920 con busti di Cristo al centro incorniciati da apostoli, profeti, papi, ecc.
L’ingresso principale della chiesa è chiuso da una porta di legno risalente al V secolo, essendo il più antico esempio di intaglio del legno dell’inizio della cristianità.
Originariamente composta da 28 pannelli, ne sono rimasti 18, uno dei quali rappresenta la crocifissione: è la più antica rappresentazione conosciuta di questo evento. In legno di cipresso, è notevole che la porta sia rimasta nella sua posizione originale e ci abbia raggiunto in buone condizioni (nonostante alcuni restauri e l’aggiunta della striscia decorativa)
Ci sono scene dell’Antico e del Nuovo Testamento, tra cui le favole di Mosè, Elia, l’Epifania, i miracoli di Cristo, la Crocifissione e l’Ascensione.
Le croci sono visibili dietro le figure. All’epoca era proibito rappresentare la tortura di Gesù.
Durante il restauro della porta di legno nel 1836, nel pannello del Passaggio del Mar Rosso da parte degli ebrei, la faccia del faraone fu cambiata da quella di Napoleone! che era morto quindici anni prima, quest’ultimo aveva indubbiamente dispiaciuto il ristoratore per motivi religiosi.
Archeologia antica
Parte delle mura Serviane furono rinvenute sul lato nord della chiesa, dove sono evidenti due fasi di costruzione: le mura arcaiche del VI secolo a.C. nel tufo palatino, poi quelle ricostruite dopo il sacco dei Galli nel inizio del IV secolo a.C.
Dietro le mura furono costruiti molti edifici, incluso uno del II secolo a.C.
Sotto il portico della chiesa, fu trovata una strada parallela all’antica Vicus Armilustri (più a ovest).
Nella basilica, gli scavi hanno esposto case dell’inizio del periodo imperiale con magnifici mosaici, un piccolo tempio del III secolo a.C., ecc.
Informazioni
Basilica di Santa Sabina all’Aventino Piazza Pietro D’Illiria, 1, 00153 Roma |
Orari Domenica e lunedì: ore 12 – ore 19 |
Fonti e collegamenti
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Cartina ed indirizzo
Indirizzo : Piazza Pietro D'Illiria, 1, 00153 Roma RM, ItalieIf you see this after your page is loaded completely, leafletJS files are missing.
Galleria
Esterno, piccolo portico del XV secolo (a sinistra), vista dal giardino degli aranci (a destra)
Vecchia porta di legno incisa, in cipresso, risalente all’inizio del V secolo d.C., che comprende una delle più antiche rappresentazioni della crocifissione.
Vestibolo a sinistra dell’edificio.
Resti di un affresco nel vestibolo
All’interno, la navata centrale e le sue ventiquattro antiche colonne corinzie degli inizi del II secolo d.C. Le cime degli archi sono decorate con bellissimi marmi del V secolo d.C.
Tomba di Fra ‘Munio di Zamora (1300)
Tombe al suolo, tra cui quella del cardinale Ausias Despuig (1485)
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