Chiesa di Sant’Agata dei Goti

Facciata su Via Mazzarino

Vicino alla Villa Aldobrandini, nel quartiere Monti, la chiesa di Sant’Agata dei Goti (Sant’Agata dei Goti in francese) è dedicata a Agata di Catania.
Fondata nel V secolo d.C., è l’unica chiesa di origine ariana conservata a Roma, oggi prevalentemente barocca.
Situata ai piedi del Monte Cavallo, fu chiamata Sant’Agata de Caballo, poi Sant’Agata alla Suburra fino al 1922.

Una chiesa ariana ricostruita

Fu il generale romano Ricimero, di origine gota, a fondare la prima chiesa intorno al 460, consacrandola al culto ariano. Il papa Gregorio I la consacrò al culto cattolico nel 593. Dopo un restauro nel IX secolo, la chiesa fu affidata ai monaci benedettini e annessa a un convento.
Tra il XVI e il XVIII secolo, fu affidata ai monaci di Montevergine. L’abside crollò nel 1589 e il mosaico del V secolo andò perduto. Venne restaurata intorno al 1633 con l’aggiunta di un cortile davanti all’edificio, e la facciata fu costruita nel 1729 su progetto di Francesco Ferrari. Dal 1836 al 1926 fu amministrata dal Collegio irlandese, poi affidata alla Congregazione delle Sacre Stimmate (Stimmatini).

Architettura e decorazioni

Sulla facciata del 1729 dell’architetto Francesco Ferrari, il medaglione sopra la porta raffigura Agata che offre i suoi seni su un piatto, secondo l’iconografia del suo martirio.
Il campanile romanico risale al XII secolo e, sotto il livello della strada, un quadriportico è dotato di un pozzo del XVI secolo.

L’interno è anch’esso prevalentemente in stile barocco, mantenendo del VI secolo solo il piano basilicale a tre navate separate da 16 colonne in granito dell’epoca.
L’affresco che orna l’abside, intitolato Gloria di Sant’Agata, è opera di Paolo Gismondi e risale al XVII secolo. Il ciborio in marmo dell’altare maggiore è decorato con mosaici cosmateschi dei secoli XII e XIII, assemblato nel 1933.
Il pavimento conserva anche elementi cosmateschi.

La chiesa conserva inoltre le reliquie di martiri greci, trasferite qui nell’VIII secolo per proteggerle dalle incursioni barbariche. Le spoglie di Ricimero (circa 405-472) e dell’umanista greco Giano Lascaris (1445-1535) sono custodite nella chiesa.

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